Presentato oggi, 29 ottobre, alle 10.30 a Roma, presso il Teatro Orione, e, in contemporanea, in tutte le regioni e province autonome italiane, il Dossier Statistico Immigrazione 2024 edito dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”. Si tratta di un importante appuntamento annuale seguito al solito con interesse da Arci Mediterraneo Impresa Sociale ed Eventi Sociali APS, da anni impegnate in prima linea nel settore dell’accoglienza dei migranti e presenti con una loro delegazione all’evento di diffusione del Dossier tenutosi anche presso il Dipartimento Giuridico dell’Università degli Studi del Molise. Qui, ad illustrarne i contenuti sono stati Giovanni Carmellino, Referente IDOS – Università degli Studi del Molise ed Ivo Oriente, Referente IDOS – Ufficio Scolastico Regionale per il Molise.
L’edizione 2024 del Dossier, la 34^ in ordine temporale, ha tra le altre cose messo in risalto come “nell’ultimo quarto di secolo le politiche migratorie nazionali hanno sempre più ristretto, per gli immigrati, il diritto di accesso a beni, servizi e misure fondamentali di welfare; un’interdizione cui hanno concorso anche le gravi disfunzioni dell’apparato burocratico” si legge in un comunicato stampa firmato congiuntamente dagli Istituti autori del Dossier. In particolare “è da oltre 25 anni che in Italia, a ogni periodica riaccensione del dibattitto intorno alla revisione della legge 91/1992 sulla cittadinanza, emergono proposte le più differenti, salvo ogni volta, fino ad oggi, concludersi tutto con un nulla di fatto. E così la norma, pur largamente ritenuta inadeguata, vige intatta da 32 anni”.
“Tuttavia la sistematica pervicacia con cui si escludono larghe fasce di popolazione straniera dalla piena titolarità dei diritti non investe solo la cittadinanza, ma si estende anche a fondamentali misure di welfare. Amministrazioni nazionali e locali – denuncia sempre il comunicato stampa – continuano a sbarrare la strada ai soli stranieri, introducendo, nelle leggi e nei regolamenti per la fruizione di importanti beni, servizi o sussidi, una serie di requisiti ad hoc che rendono proibitivo loro fruirne, nonostante le ripetute sentenze contrarie di tribunali, Corte costituzionale e organismi di giustizia europei. Ne sono esempio il requisito della pluriennale residenza ininterrotta (solitamente 5 anni) introdotto da molte Regioni per concorrere all’assegnazione di case popolari (puntualmente bocciato dalla Corte costituzionale); o alla residenza continuativa di 10 anni adottata come criterio ostativo per il vecchio Reddito di cittadinanza”.
“Si tratta di un sistema vessatorio – afferma Luca Di Sciullo, presidente di IDOS – che rende i cittadini stranieri strutturalmente subordinati a quelli italiani, sul piano sia dei diritti fondamentali sia, di conseguenza, della partecipazione effettiva alla vita del Paese. E questa sudditanza viene attuata tanto in linea di principio, normando a tutti i livelli amministrativi meccanismi gravemente discriminatori, quanto in concreto, imponendo – anche contro le previsioni di legge – tempi di disbrigo delle pratiche talmente lunghi da pregiudicare, spesso irrimediabilmente, il loro status giuridico e le loro già precarie condizioni di vita”.
Scarica il comunicato stampa in versione integrale https://www.dossierimmigrazione.it/wp-content/uploads/2024/10/CS_Immigrazione-parola-dordine_escluderli-dai-diritti.pdf