Ce l’ha fatta Ghinde, 36 anni, nato in Gambia. Ce l’ha fatta dopo le sofferenze, i soprusi, le botte. Ce l’ha fatta perchè non ha mai mollato. Nonostante il carcere, la schiavitù, le torture a colpi di machete subite in Libia. “Mi ha aiutato Arci Mediterraneo – confessa oggi, finalmente sorridente – indicandomi la strada giusta da seguire per poter lavorare come pizzaiolo qui in Italia. Il mio futuro? Vorrei vivere per sempre in questa zona, tra Portici, Ercolano e San Giovanni”. A seguire Ghinde nel suo riscatto sociale e morale è stata la nostra equipe di progetto che coordina il progetto di accoglienza SAI Portici. Ma andiamo con ordine.
Il viaggio di Ghinde
Ghinde parte dal Gambia, nel 2016, percorrendo la Mauritania, la Tunisia, la Libia dove resta per tre anni, finendo anche in carcere. “In Libia ho lavorato come muratore senza essere mai pagato – confessa – finchè un giorno chiesi giustamente i soldi che mi spettavano al mio datore di lavoro”. La risposta ricevuta, però, è durissima, violenta, agghiacciante: Gindeh viene colpito con un macete al collo del piede. E’ un chiaro avvertimento. In pratica, il ragazzo è ridotto in condizioni di semi schiavitù. Da qui, poi, la decisione di partire per l’Italia. Arrivato ad Augusta, in Sicilia, nel 2016, Ghinde prosegue il suo viaggio per l’Italia in direzione San Giuseppe Vesuviano, dove resta tre mesi, ospite in prima accoglienza. Poi, l’approdo finale a Portici grazie al progetto ministeriale gestito da Arci Mediterraneo.
I primi lavori
Ghinde, in Italia, inizia a lavorare in prova presso un ristorante a Nola. Il ragazzo è volenteroso, si impegna, è un tuttofare: addetto alle pulizie, lavapiatti, cameriere. Per lui sembra essere arrivata la svolta. “Fui assunto a tempo indeterminato – ricorda – dopo sono iniziati altri problemi”. Il ragazzo venuto dal Gambia chiede subito un colloquio agli esperti di Arci Mediterraneo per sopravvenuti problemi lavorativi. Nonostante il contratto part-time ed indeterminato, Gindeh è infatti costretto a lavorare ben oltre gli orari stabiliti. Non ha giorni di riposo, zero malattie riconosciute. Stanco della situazione, supportato dalla nostra equipe, trova il coraggio di licenziarsi.
La nuova vita da pizzaiolo
Ghinde viene quindi inserito in un programma dedicato all’inserimento lavorativo. Ad ottobre inizia così un tirocinio di pizzaiolo “Maestri Pizzazioli” riconosciuto dalla Regione Campania presso la storica “Antica Pizzeria” da Michele. Il tirocinio, guidato da Antonio Di Pietro per la nota Associazione Logos Formazione di Aversa, è duro, ma lui non molla. Al termine del percorso, supera brillantemente l’esame finale. Come? Preparando una “Provola e Pepe” a “ruota di carro” degna di un vero maestro pizzaiolo napoletano doc. Ora Ghinde si gode tutto: l’esame superato, il riscatto attraverso la pizza, la chance di uno stage da un mese presso l’Antica Pizzeria da Michele con sede a Pompei. Dopo lo stage, il ragazzo schiavizzato in Libia, preso a colpi di machete, firmerà un nuovo contratto di lavoro. Ora è il caso di dirlo. Ghinde ce l’ha fatta.
foto pagina Facebook “L’Antica Pizzeria Da Michele Pompei”