Migliorare la qualità della vita delle persone che vivono con HIV e, allo stesso tempo, superare lo stigma associato alla patologia che spesso porta i pazienti a “nascondersi” già a partire dalla diagnosi. Questo lo scopo del progetto “HIV Tutor Care 2.0 social prescribing” promosso dall’Associazione Antinoo Arcigay Napoli presso la 4° divisione HIV dell’Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli. Il programma, dal profondo significato sociale, è tra i vincitori della 13ª edizione dei Bandi di Gilead Sciences per sostenere progetti di natura medico-scientifica e socio-assistenziale proposti da Enti di ricerca, Associazioni di pazienti ed Enti del terzo settore. Il premio è stato consegnato ieri, 17 ottobre, nel corso di una cerimonia svoltasi a Milano.
“L’HIV è una patologia cronica con significative implicazioni socio-relazionali. Lo stigma associato all’HIV spesso porta i pazienti a nascondere la propria condizione, rendendo cruciale l’assenza di figure capaci di supportarli nel confronto e nell’integrazione sociale – si legge in un comunicato stampa diffuso dall’Associazione – . Il programma “HIV Tutor Care” introduce figure di tutor tra pari (Link Worker), persone formate che vivono con l’HIV, per offrire supporto e mediazione tra i pazienti e il personale sanitario. Questo approccio, una forma di social prescribing, aiuta i pazienti a rigenerare il loro pensiero e a riorganizzare la loro vita, specialmente dopo la diagnosi, che rappresenta una “frattura biografica”.
Tre tutor esperti, membri della comunità HIV e gruppo salute di Antinoo Arcigay Napoli, hanno così “implementato un intervento basato su peer learning e peer empowerment presso la 4° divisione HIV dell’Ospedale Cotugno, Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli con il contributo non condizionante del bando “Community Award Gilead”. Hanno interagito informalmente con circa 80 pazienti, prevalentemente nella sala d’attesa, promuovendo personalmente il servizio con un approccio diretto e informale e l’ausilio di poster informativi e un numero dedicato con applicazione di messaggistica istantanea”. L’impatto del progetto è stato infine valutato tramite questionari anonimi. “Degli 80 pazienti contattati – si legge ancora nel comunicato – 54 (68%) hanno stabilito un legame continuativo con i tutor. Di questi, 28 hanno risposto ai questionari. Tre pazienti che avevano interrotto il trattamento lo hanno ripreso grazie al supporto ricevuto, mantenendo contatti regolari con i tutor”
Il responsabile del progetto, Carlo Oneto (nella foto), dichiara: “L’istituzionalizzazione di questo modello è cruciale per garantirne la sostenibilità e replicabilità in altre strutture ospedaliere, rappresentando una cooperazione efficace tra istituzioni pubbliche e comunità di terzo settore. Per questo tengo altresì a ringraziare per la fiducia accordataci l’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli e, in particolare, il Direttore Esposito, oltre a tutto il personale medico-infermieristico della 4°divisione per la splendida accoglienza e collaborazione riservateci, senza le quali questo progetto non avrebbe potuto prendere vita“.
foto Antinoo Arcigay Napoli