Sbarcare a Napoli, entrare in un programma di accoglienza e, poi, ritrovare il sorriso. Perché sua figlia è finalmente salva. E’ la sintesi della straordinaria storia di Hichem, 33 anni, tunisino. Nel suo paese tutto fila liscio fino all’anno scorso. Hichem ha infatti un ottimo lavoro nell’esercito, sposa una bellissima ragazza, Souhir, infermiera. Diventa papà nel 2020, quando nasce il suo primogenito: Hassen. La vita, insomma, gli sorride. Ma il destino beffardo, purtroppo, è dietro l’angolo.
Hichem e Souhir coronano il sogno di una seconda gravidanza: aspettano Arzak. La piccola, poco dopo, però nasce prematura e con un quadro clinico molto complesso. La diagnosi dei medici tunisini è chiara, secca, perentoria: nessuna possibilità di intervento. Hichem e sua moglie devono assolutamente fare qualcosa per salvarla. Arzak necessita urgentemente di una presa in carico neuropsichiatrica che la supporti almeno nei primi anni di sviluppo. Hichem e Souuhir, con la forza dell’amore che solo due genitori possono provare, decidono allora di lasciare il loro Paese. Il viaggio è lungo, ma è l’unica possibilità di salvezza per la piccola Arzak. Hichem, con la sua famiglia, arriva così in Sicilia. Poco dopo, è sempre il 2023, l’intero nucleo familiare è accolto in un progetto SAI vicino alla città di Salerno. Nel frattempo, Souhir attende la terza bambina. In concomitanza con la bella notizia, la piccola Arzak, però, peggiora. Dopo aver effettuato alcune visite, i medici le riscontrano un generale rallentamento dello sviluppo psico-motorio, mentre il piccolo Hassen deve subire un intervento. La situazione sembra davvero precipitare. Hichem e la famiglia sono quindi trasferiti nel Progetto SAI Napoli, gestito da Arci Mediterraneo, dove la vicina presenza di alcuni presidi ospedalieri specialistici potrebbe aiutare la piccola Arzak. Dopo una decina di giorni dal suo arrivo in città, Hichem diventa padre per la terza volta. Nasce infatti Soujoud, fortunatamente in ottimo stato di salute. La piccola Arzak, nel frattempo, sembra rispondere bene alle prime cure ricevute. Oggi, finalmente, sta bene. Tra pochi giorni, grazie al supporto dell’equipe di progetto, Arzak inizierà anche delle terapie private per la psicomotricità.
Hichem e sua moglie vivono con i loro tre splendidi bambini in un appartamento a San Giovanni a Teduccio. Prosegue anche la loro piena integrazione a Napoli. Hichem ha infatti concluso un Corso di formazione per operaio edile specializzato “Formedil” ed ha poi firmato il suo primo contratto di lavoro in Italia. Oggi, il giovane tunisino lavora come operaio a tempo determinato presso una ditta con sede in Via Toledo. “Voglio ringraziare il governo italiano in generale, tutti i medici italiani che hanno salvato la vita di mia figlia, e ringrazio anche il Sai Napoli per l’accoglienza e l’interesse che ho ricevuto da loro – dichiara adesso Hichem – in particolare l’equipe del progetto, che mi ha aiutato a superare la maggior parte dei problemi, oltre a quelli che ogni immigrato solitamente deve affrontare. Grazie a tutte le persone che ho conosciuto da quando sono venuto in Italia”.