
Un campo illuminato, un pallone che rotola e due squadre che, oltre a sfidarsi, si stringono in un unico grande abbraccio di solidarietà. È questo il significato più profondo della manifestazione sportiva organizzata da Arci Mediterraneo Impresa Sociale, Arci Napoli Calcio e la squadra ASD Medici. Un incontro che ha saputo unire la passione per lo sport a un messaggio di gratitudine e speranza.
In campo non c’erano solo calciatori: c’erano medici, operatori sociali, giovani rifugiati e volontari. Tutti insieme per ricordare quanto la figura del medico sia centrale non solo nella cura del corpo, ma anche nel ricucire pezzi di vita spesso spezzata dalle difficoltà, dalle fughe forzate e dall’incertezza.
Questa partita è dedicata anche a Dampha, la cui storia — facilmente rintracciabile in rete — racconta molto più di un percorso. il nostro ragazzo, calciatore del Gambia di soli 26 anni, la notte dello scorso 30 dicembre fu ferito a colpi d’arma da fuoco nel cuore del centro storico di Napoli. Dampha è solo uno dei tanti giovani rifugiati che ha trovato nella professionalità e nell’umanità dei professionisti di Arci, dei medici italiani e napoletani, un sostegno fondamentale per sopravvivere e, infine, ripartire. La sua vicenda rappresenta le migliaia di storie di cura, accoglienza e rinascita che ogni giorno si realizzano grazie a chi veste un camice, ascolta, cura e protegge.
La manifestazione non è stata solo un evento sportivo, voluto specialmente per celebrare il ritorno al calcio giocato di Dampha, ma un atto simbolico: un ringraziamento collettivo a una categoria che durante la pandemia — e ben oltre — non ha mai smesso di farsi prossima, di tutelare la salute come diritto universale, di vedere nella persona prima del paziente.
La squadra dei medici, l’ASD Medici, è un esempio di come la passione per lo sport possa diventare veicolo di messaggi sociali potenti: scendere in campo significa, ancora una volta, mettersi a servizio, testimoniare con il gioco di squadra che nessuno si salva da solo.
Accanto a loro, Arci Mediterraneo Impresa Sociale e Arci Napoli Calcio ribadiscono la loro missione di costruire comunità inclusive, spazi dove l’incontro tra culture e storie diverse diventa possibile. Il pallone è solo un pretesto: ciò che conta davvero è l’abbraccio che, al termine della partita, si rinnova tra chi cura e chi è stato curato, tra chi è arrivato da lontano e chi lo ha accolto.
In un’epoca che rischia di farci dimenticare il valore della solidarietà, questa partita ricorda che dietro ogni numero c’è un volto, dietro ogni camice una mano tesa. E dietro ogni goal, c’è la speranza di una società più giusta.