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Gestazione per altri, protesta a pochi passi da Palazzo Madama

Gestazione per altri, protesta a pochi passi da Palazzo Madama

“E’ una legge propaganda che criminalizza di fatto la genitorialità delle persone LGBTQIA+ e colpisce tutte le coppie, in 9 casi su 10 eterosessuali, che ricorrono alla Gestazione per Altrə”. Questo il commento più gettonato alla manifestazione promossa da varie associazioni Lgbtq sul ddl Varchi: disegno di legge, oggi, Martedì 15 Ottobre, in discussione al Senato.

Il progetto di legge di Fratelli d’Italia modifica il reato di gestazione per altri, rendendolo universale, quindi perseguibile anche se commesso all’estero. E’ per questo motivo che Famiglie Arcobaleno – Associazione genitori omosessuali; Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli; GAYNET; AGEDO – Associazione genitori, parenti, amiche e amici di persone LGBT+; ARCIGAY; Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI+; GenderLens – Associazione famiglie giovani persone trans; Associazione Luca Coscioni; Antinoo Arcigay Napoli; Napoli Pride; Pride Vesuvio Rainbow, più ulteriori 12 associazioni hanno manifestato con forza il loro dissenso in una manifestazione svoltasi a Roma, in piazza Vidoni, a poche centinaia di metri dal Senato.

“Non è lontano il tempo in cui saranno i nostri figli e le nostre figlie a chiedervi il conto, aspettando al varco chi ha definito la loro esistenza un “reato universale”, chi si impegna ostinatamente a cancellare la loro identità familiare. Perché è chiaro che il ddl Varchi è frutto di una scelta ideologica, è uno strumento con cui affermare, ancora una volta per legge, chi può e chi non può essere genitore e quale sia la famiglia giusta” fanno sapere gli organizzatori del presidio in una nota stampa.

La pratica della gestazione per altri, nota anche come maternità surrogata, è in realtà già vietata in Italia dalla legge 40. “In piena crisi economica, in uno scenario storico nazionale ed internazionale disastroso, la priorità di chi ci governa è rendere “reato universale” la GPA, ponendola allo stesso piano del genocidio, per intenderci” proseguono i promotori della protesta. Già approvato alla Camera il 26 luglio 2023, il contestato ddl Varchi consta di un solo articolo e interviene sul comma 6, articolo 12, della legge 40, che già punisce con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa fino a un milione di euro “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”.

“Se la politica continua a discostarsi dalla realtà, ostinandosi ciecamente a non vedere e riconoscere la pluralità delle famiglie e delle relazioni, saranno le prossime generazioni, che già riempiono le piazze e i Pride di tutta Italia, a chiedere molto presto il conto di quello che sta accadendo oggi. Chiederanno il conto di questo ottuso tentativo di imporre con la forza del potere un modo di esistere, di essere famiglia, di essere genitori” concludono i portavoce delle associazioni promotrici della protesta.

Al presidio odierno erano presenti anche diversi esponenti di sinistra e dell’opposizione. Tra questi: l’europarlamentare del Pd, Alessandro Zan; il deputato di Avs, Nicola Fratoianni; il presidente di Sinistra italiana Nichi Vendola; la senatrice del Movimento 5 Stelle, Alessandra Maiorino; la senatrice dem Cecilia D’Elia; il deputato di +Europa Riccardo Magi.

Nonostante la protesta, al massimo entro giovedì 17 Ottobre palazzo Madama dovrebbe dare il via libera al progetto di legge. L’ultima speranza è la presentazione di una pregiudiziale di costituzionalità che affidi ai giudici della Corte una decisione in merito.

foto repertorio

Arci Mediterraneo
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